L’ultima per risolvere la crisi del cinema (ne veniamo informati dalla Repubblica del 16 novembre u. s.) è questa: esiste un algoritmo con cui si può calcolare – e ben 120 multiplex italiani lo stanno già applicando – un prezzo “dinamico” del biglietto, a seconda che ci sia bel tempo o piova (con la pioggia normalmente aumentano gli spettatori), che gli attori del film siano di richiamo (di nuovo biglietto più caro, e con Jennifer Lawrence esoso) oppure semisconosciuti o ignoti o vecchie glorie (biglietto ridotto, e nel caso delle vecchie glorie secondo quanta gloria si sono effettivamente portati dietro). Altre variabili: orario della proiezione (non era necessario l’algoritmo, è già applicato da anni), concomitanza con altri eventi cittadini, perfino “tipologia del film”: perciò è fin d’ora ipotizzabile che l’horror, così amato dai giovini, costerà un botto, il dramma realistico quasi nulla a meno che non sia coronato da Oscar, i gialli e i noir gratis, tanto non si fanno – sempre che non siano norvegesi o almeno scandinavi; e gratis anche i musical, sempre detestati dai musicalissimi italiani, tranne che forse si dovrà ricalcolare tutto in base alla moda La La Land

Incautamente non vengono citati i film realizzati dai molestatori di donne (quelli con molestatori di ragazzi non esistono in quanto, come si sa, vengono subito cancellati) che comporterebbero una severa diminuzione di prezzo, né quelli con la molestate, che invece vedono le loro azioni in rialzo con conseguente aumento del biglietto d’ingresso.

Martha Argerich in concerto

Martha Argerich in concerto

Vediamo ora come può configurarsi la situazione a teatro o al concerto.  Se il violinista è un pressoché ignoto Ugobaldo Schifini, il biglietto, per forza, dovrà avere un prezzo ridottissimo. Ma mettiamo che il solista sia Martha Argerich. Ovviamente il biglietto sarà molto costoso. Però, un momento: se il concerto è a fine novembre in una giornata fredda e piovosa, dovrà essere calcolato il rischio dei colpi di tosse in sala, e la loro frequenza, e se è probabile che una tosse particolarmente cavernosa o uno starnuto da sobbalzo possa cadere su un pianissimo di Brahms. In queste condizioni è chiaro che, Argerich o non Argerich, il biglietto dovrà costare meno, molto meno… Se poi la tosse si accanisse sul monologo di Antonio nel Mercante di Venezia bisognerà capire quanto la percentuale gay di pubblico possa esserne sollecitata od urtata: dopo aver naturalmente calcolato quanto l’attore che interpreta Antonio, personaggio esplicitamente gay, sia rappresentativo della categoria e convincente abbastanza da permettere l’identificazione da parte della detta percentuale. Così come sarà stato calcolato in primo luogo il tasso di giudaicità nella rappresentazione di Shylock e dunque il possibile tasso di gradimento da parte degli spettatori di religione o cultura ebraica.

Un ritratto di Stendhal

Un ritratto di Stendhal

Anche i libri dovrebbero avere prezzo variabile. Andrebbe calcolata la possibilità o probabilità che il nuovo noir di un autore norvegese di successo sia in tutto e per tutto identico al precedente, o comunque una baggianata totale; o che nel testo ci siano dei refusi e, cosa probabilissima, degli errori di traduzione, e se e in che modo ciò condizioni la comprensibilità e/o godibilità del testo medesimo, baggianata o no. Quanto ai classici, si dovrà calcolare se siano adatti alla lettura sotto l’ombrellone o nelle domeniche di pioggia, condizioni entrambe ideali e dunque perfette per un aumento del prezzo di copertina; se servano a tenere sveglio chi vuole leggere a letto (aumento) o per addormentare chi vuole stare sveglio (diminuzione). Se invece il classico addormenta chi vuole effettivamente dormire si riavrà l’aumento. Finché le variabili tenderanno a una moltiplicazione parossistica. Perché, laddove La Certosa di Parma è annoverabile fra i classici che tengono svegli sia che si legga sdraiati al mare o in poltrona in montagna (prezzo doppio), non è detto che ciò sia vero anche per l’Henry Brulard dello stesso autore. Per non parlare di Marziale e Giovenale, che cambieranno prezzo a seconda se i volumi dei loro epigrammi contengano anche quelli di solito censurati nelle antologie scolastiche, se abbiano il testo a fronte (il che dà modo di scoprire come si dice” cazzo” in latino) e se vengano acquistati da giovinetti, giovinette, adulti maturi o vecchi rattusi. Già, perché un nuovo algoritmo potrebbe ben calcolare il prezzo sull’età e sullo status del cliente. Potrebbe, un po’ come fa il fisco, personalizzare il prezzo. E quest’ultima soluzione sarebbe altamente auspicabile, perché allora si vedrebbero frotte di indigenti presentarsi alle casse del cinema, del teatro, delle librerie e dei musei. Un bellissimo ritorno alla civiltà.

 

 

 

 

 

 

 

Vieni al cinema e condividici!