Descrizione del progetto

WEEKEND

Regno Unito | Data di uscita italiana: 10 marzo 2016
Titolo originale: Weekend | Durata: 97 min.

REGIA: Andrew Haigh
SCENEGGIATURA: Andrew Haigh

CAST: Tom Cullen, Chris New

SINOSSI
Prima del successo di 45 anni, Weekend è stato il film che ha rivelato il talento del regista Andrew Haigh, facendo incetta di premi in tutto il mondo. Uscito in Italia lo scorso marzo, il film è stato accolto da uno straordinario successo di pubblico e critica e il 17 maggio torna nelle sale come evento speciale in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Russell conosce Glen in un locale e si risveglia al suo fianco la mattina dopo. Quella che sembra solo l’avventura di una notte si trasforma però in qualcosa di più: nell’arco del weekend i due arriveranno a condividere sentimenti, ricordi, paure e desideri, fino a scoprirsi all’inizio di un’imprevista e travolgente storia d’amore.

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Rassegna stampa

“È incredibile. Come possono ancora esistere comportamenti simili… ed essere accettati dalla maggioranza? È un bene che il film esca, anche se in pochi cinema, spero che ci siano le code davanti a quelle sale, che la gente corra a vederlo. Il fatto che racconti di un amore gay non ha alcuna rilevanza nella storia. Weekend parla d’amore, di fiducia, di come sia difficile credere in se stessi, in ciò che siamo: e questi sono temi universali rilevanti per tutti.”

Tom Cullen intervistato da Paola Piacenza su IO DONNA – Corriere della Sera

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Weekend non piace alla Chiesa o meglio, non piace alla CEI, che attraverso la sua Commissione nazionale per la valutazione dei film ha giudicato la pellicola “sconsigliata, inutilizzabile e scabrosa”. La colpa è di aver portato sul grande schermo una storia d’amore tra due giovani uomini, nata dopo l’avventura di una notte.

di Francesco Zaffarano su La Stampa

Curioso che un film, in cui la vita amorosa di due ragazzi gay che non viene sbandierata ma osservata e raccontata in tutta la loro “normale” problematizzazione sentimentale, diventi oggetto di una durissima presa di posizione escludente. “Forse Brokeback Mountain con questi cowboy gay, belli, e con i jeans attillati non hanno fatto lo stesso effetto di Weekend. L’approccio realistico evidentemente turba di più”.

di Davide Turrini su Il Fatto Quotidiano

Andrew Haigh’s gay romance Weekend triumphs in Italy despite Vatican ban. The film achieved the highest per-screen average in the country this weekend, according to Variety. One screening at Rome’s famous Quattro Fontane art house cinema pulled in receipts of more than €16,000, the Italian capital’s top haul.

di Ben Child su The Guardian

Andrew Haigh’s Weekend, a thoughtful story about two men who meet in a club then spend the whole weekend together, has been banned in Catholic Church-owned cinemas in Italy. The move means it now cannot be shown in over 1,100 cinemas across the country, according to the film’s distributor Teodora Film, limiting its release to just 10.

di Christopher Hooton su Independent

Nel primo weekend di programmazione Weekend ottiene una media copia di 5.696,00 euro, la più in alta in assoluto. Il film di Andrew Haigh, regista di 45 anni, sorprende così il box office italiano. Ecco perché Weekend è in in poche sale: polemica a distanza con la Cei e Avvenire.

su ANSA.it

British writer-director Andrew Haigh’s gay romantic drama “Weekend” scored the top per-screen-average this weekend as it opened in Italy despite getting the thumbs down from the Vatican which had limited the scope of its release, according to distributor Teodora Film.

di Nick Vivarelli su Variety

A Vatican ban on romantic gay drama film Weekend appears to have backfired after the film posted the highest per-screen-average takings as it opened in Italy this weekend. The independent British film, directed by Looking’s Andrew Haigh and released in the UK back in 2011, was restricted to just ten cinemas in the country after the Italian Bishop’s Conference Film Evaluation Commission branded the story about a burgeoning gay romance “indecent” and “unusable”.

su Attitude

Ci sono voluti 5 anni prima che arrivasse in Italia, e poi ci si è messa la CEI a bloccare la distribuzione. Eppure il primo weekend di Weekend è stato un successo.

di Gianmaria Tammaro su RollingStone Italia

Abbiamo visto il film per trovare gli elementi per definirlo scabroso. E, proprio come successe a un film italiano, Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso (che raccontava l’iniziazione sessuale di un ragazzo gay e fu vietato ai minori di 14 anni), anche in questo caso non li abbiamo trovati.

di Claudia Catalli su Wired Italia

“Sconsigliato/Non utilizzabile/Scabroso”. Parole che riportano al medioevo e che per quanto rigurarda il cinema sono state riservate a film come Salò o Le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini e Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, solo per citare due casi tra i tanti. Il giudizio della Cei su Weekend è senza tempo, sproporzionato e persino sbagliato nell’individuare come tematiche del film il sesso e la droga. Il film di Andrew Haigh, come dice lo stesso regista, è “un’onesta, intima, autentica storia d’amore” tra due uomini.
di Barbara Sorrentini su Radio Popolare

Italian distributor sees screen count reduced after the film about a homosexual romance is given a damning rating by Catholic Church body. Italian distributor Teodora Film has had to scale back the theatrical release of Andrew Haigh’s (45 Years) 2011 debut Weekend due to a negative rating by an influential Catholic Church organisation.

su IMDb

British film “Weekend” was restricted to just ten cinemas on its release in Italy on Thursday after the country’s bishops branded Andrew Haigh’s acclaimed gay love story “indecent” and “unusable” in the country’s many Church-owned film theatres. In an unusual move that prompted accusations of homophobic censorship, the Italian Conference of Bishops’ Film Evaluation Commission classified the film as “not advised, unusable and scabrous (indecent or salacious).”

su Agence France-Presse

Le film Week-end, du réalisateur britannique Andrew Haigh, sort cette semaine en Italie, dans 10 salles seulement. L’Eglise, qui contrôle beaucoup de salles indépendantes dans la péninsule, a jugé «scabreuse» et «inutilisable» cette histoire d’amour gay, sortie en France en 2012.

su Libération

Vista l’influenza della Chiesa, in casi di pellicole di nicchia che trattano argomenti “scomodi” o “immorali” si arriva di fatto alla censura. Non a caso, fa notare Cesare Petrillo di Teodora Film, “l’Italia è piena di cinema d’essai ospitati in spazi della Chiesa e sono quelli con cui si trovano a lavorare spesso i piccoli distributori. In questo caso la conseguenza è che non riusciamo a proiettare un film in intere regioni solo perché i protagonisti sono gay”.

su UAAR

Le long-métrage Week-end, du britannique Andrew Haigh, a été interdit dans quelque 1.100 salles obscures italiennes. Une décision qui porte la marque du clergé, qui forme l’essentiel du réseau des cinémas indépendants de la péninsule.

su Le Figarò

Italian distributor Teodora Film has had to scale back the theatrical release of Andrew Haigh’s (45 Years) 2011 debut Weekend due to a negative rating by an influential Catholic Church organisation. Vatican-based organ CEI (The Italian Episcopal Conference), an assembly of bishops with cultural and political sway, gave Weekend – a romantic drama about two men who fall in love over a weekend – the rare and damning judgement of ‘Not recommended/unusable/indecent’, its worst rating.

su Screen Daily

Nessuna scena di sesso gratuita e nessuna ostentazione. Soltanto ciò che serve per raccontare i dettagli di un innamoramento, i frammenti di un discorso amoroso breve ma devastante, in cui è facile specchiarsi. Solo che invece di un uomo e una donna, qui i protagonisti sono due uomini che si amano, cosa ancora evidentemente inaccettabile per alcuni.

di Silvia Di Paola su Metro

Il film era stato sconsigliato dalla CEI, per la presenza di omosessualità e droga, e per questo è stato distribuito in meno sale del previsto, tuttavia le ha riempite realizzando la miglior media del fine settimana. Il caso Weekend si chiude con il trionfo del cinema sulla morale ecclesiastica.

di Gabriele Niola su Fanpage.it

“Haigh è bravissimo nel calibrare le sfumature dei suoi protagonisti e l’evoluzione del loro intrecciarsi. Misura con una cura magnifica ogni piccolo silenzio che accompagna anche i gesti più impulsivi e imbarazzati, non spinge mai sul pedale del sentimentalismo e dell’enfasi forzata riuscendo a farci entrare nel modo più naturale e sensuale possibile all’interno di amore fulmineo che trova nel distacco e nell’assenza un dolore intenso e genuino.”

di Mattia Bianchini su Il Fatto Quotidiano

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Weekend è un film elegante che ti arriva dritto al cuore e che ti resta dentro a lungo, uno di quei film che ti fa comprendere – senza mai scendere nello scontato e nel déjà vu – quanto sia difficile amare in alcune circostanze. La cosa ‘scabrosa’ è non vederlo. Ve ne innamorerete.

di Giuseppe Fantasia su HuffPost Italia

Andrew Haigh firma un autentico gioiello, raro nella capacità di trasmettere un’ipotetica storia d’amore nel suo “farsi”, nel suo “divenire”, attraverso i piccoli gesti titubanti della conoscenza in fieri, i dettagli quotidiani, il sentimento che si espande nell’incertezza costante, il senso dell’innamoramento per un gesto, un corpo da scoprire.

di Adriano De Grandis su Il Gazzettino

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Scritto e diretto da Haigh, il film conferma la notevole capacità del regista di trattare con grande spessore i sentimenti umani e i turbamenti che si possono insinuare in una relazione. I dialoghi, vero fiore all’occhiello dell’operazione, sono sentiti e sempre credibili, ma anche la regia sa il fatto suo e, grazie a una messinscena ordinata e rigorosa, riesce a coinvolgere al punto giusto.

di Andrea Chimento su Il Sole24Ore

“Ecco perché per un film come Weekend i kleenex vanno via come il pane. Ecco perché questa love story tra persone dello stesso sesso che si cercano, si trovano e si riconoscono, senza nient’altro da rispettare che il sentimento che nasce, oggi non è più “gender”, parla un linguaggio universale. Odora di libertà.”

di Teresa Marchesi su HuffPost Italia

Scritto, diretto e montato da Haigh, fa professione di naturalismo e minimalismo, mentre rifugge con placida determinazione la militanza LGBT, ovvero l’etichetta di gay film a uso e consumo di un pubblico gay: coming out e rimming, accettazione e esibizione dell’identità sessuale sono della partita, ma non sono la partita, e se Russell incontrasse Linda anziché Glen forse di Weekend si parlerebbe di meno, ma ne diremmo le stesse, e positive, cose.

di Federico Pontiggia su Cinematografo

Fa capire agli eterosessuali che anche il parlare di sesso e di amore omosessuale può essere un’esperienza di conoscenza, e toglie forse ai gay dei complessi che di fatto non dovrebbero avere. Grazie a questi due attori straordinari e all’intelligenza di Haigh, che riesce a costruire immagini e situazioni potenti con semplicità, con la scena di tenera riconciliazione alla finestra dopo il litigio, abbiamo una delle più belle e poetiche scene d’amore viste al cinema negli ultimi anni.

di Francesco Boille su Internazionale

Girato a Nottingham, presso la celebre foresta dove Robin Hood beffava lo Sceriffo, anche Weekend sceglie il bosco, stavolta dei sentimenti, come set ideale per un altro tipo d’avventura metropolitana. Per raccontare un’intima e autentica storia d’amore. Che sia gay è secondario.

di Roberto Silvestri su Pagina99

Budget ridottissimo e lavorazione ultrarapida, eppure una capacità unica nel portare sullo schermo l’intimità della relazione dei personaggi. Distribuito a cinque anni dalla sua realizzazione, “Weekend” descrive con chiarezza cristallina frammenti di vita, inserendosi a buon diritto tra le migliori pellicole di Leigh e quelle di Haneke.

di Cristina Borsatti su Il Piccolo

Due giorni di passione, quotidianità, confessioni e tenerezza fra due ragazzi omosessuali di Nottingham, al principio di quella che potrebbe diventare una storia d’amore: il regista Andrew Haigh, l’autore di 45 anni, esplora l’inestricabile complessità dei sentimenti in un film che cattura per intensità e pathos.

di Stefano Lo Verme su movieplayer.it

Il primo film di Andrew Haigh, regista di “45 anni”, sul breve incontro di due giovani in un bar gay: una birra, una sera, una notte, un weekend, poi magari chissà. La normalità dell’amore velato di malinconia tra due working class di Nottingham, come in un Loach romantico. Con due attori che amano e soffrono alla grande tutto in diretta.

di Maurizio Porro su Corriere Della Sera

La macchina da presa di Weekend chiude spesso sui piani ravvicinati, non molla i corpi ma anche gli oggetti, crea un’interessante dialettica tra fuori fuoco e primi piani.

di Mauro Gervasini su MyMovies

Si tratta prima di tutto di due persone, è quello che è in assoluto primo piano, che si percepisce prima e fortemente; poi, solo secondariamente, è un aspetto che caratterizza una dimensione primaria e centrale, il fatto che siano dello stesso sesso. E non perché sia giusto dirlo, perché si debba difendere una causa o una minoranza, per affermare dei diritti, ma perché è esattamente quello che si sente guardandoli.

di Roberta Girau su MyMovies

Con Weekend, il regista britannico Andrew Haigh firma un’analisi intensa e genuina sullo stato dell’amore e dell’innamoramento, vissuti all’interno di condizionamenti di spazio e tempo. Opera che veicola grandi valori di equità sociale ed emotiva.

di Elena Pedotto su Everyeye